Liberamente ispirato a “Frankenstein” di Mary Shelley
di DispensaBarzotti
produzione DispensaBarzotti
con la collaborazione di UOT Teatro alla Corte di Giarola
regia Alessandra Ventrella
collaborazione al progetto Riccardo Calabrò e Consuelo Ghiretti
con Rocco Manfredi, Consuelo Ghiretti, Riccardo Calabrò
luci e suono Alessandra Ventrella
consulenza tecnica Jannick De Sousa Mendes
scene Rocco Manfredi
residenze artistiche
UOT_Teatro alla Corte di Giarola,
Santa Caterina Performing Arts,
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani ONLUS,
Spazio ZUT!, Teatro Europa
Prima nazionale:
Teatro Sociale Gualtieri
Festival Direction Under 30
Luglio 2017
“Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi” D.F.Wallace
Due gambe spezzate tentano di alzarsi, i piedi cercano di sollevarsi da terra ma affondano nel pavimento.
Gli occhi annebbiati stanno per cedere, mentre la luce continua da entrare da una finestra che cola, goccia dopo goccia. Tutto piange intorno a questo corpo, inondando una stanza.
Eppure Victor è ancora vivo, immerso in un acquario, come un pesce sul punto di morire in preda alle convulsioni.
C’è una creatura fradicia, di notte, che lo viene a trovare, riportandolo a galla.
Meravigliosa evoca ricordi lontani o futuri mai realizzati, illudendolo di trovare riparo.
Le cose che lo tengono in vita sono le stesse che lo fanno sprofondare.
Victor osserva immobile il congelarsi del tempo da sotto lo strato di ghiaccio che lo imprigiona.
Qualcuno vada e appicchi il fuoco.

In Frankenstein esistevano naturalmente immagini, atmosfere ed emozioni che stavano dentro di noi prima del teatro, come persone, e che avevamo l’urgenza di provare a raccontare. Raccontare non tanto un romantico intreccio, quanto piuttosto i suoi protagonisti. Gli incubi, la paura che diventa malattia. La solitudine di cui ci si libererà, forse, in un’altra vita. In noi e tra di noi si creano dei “mostri”, qualcosa d’ingovernabile che non avremmo mai desiderato creare.
Abbiamo pensato tanto all’abbandono, che fa piangere tutto. Non accettare la fine. Voler ridare vita e anima a tutto, continuamente, ad ogni costo. Abbiamo guardato al rapporto tra Victor Frankenstein e la sua creatura: un figlio mancato, un cadavere, un vecchio padre, un doppio, un fantasma.
“Victor” è il tentativo di dipingere il ritratto di un’ interiorità. Un oceano interiore dove galleggiano rovine, dove emergono tutte le cose che sono morte ma che non hanno fine, tutte le cose che cerchiamo di tenere legate a noi, tutto ciò contro cui lottiamo per non divenire spettri di noi stessi.
Il presente di Victor è fatto di memorie lontane o di futuri mai realizzati; poi, tutto scompare e non rimane che un sacro altare fatto di fiammelle instabili che durano per poco, fuochi fatui di cui le braci non riprenderanno a fiammeggiare. Solo per un attimo sembra che una grande fiammata stia per accendersi, una fiamma vera, calda, abbagliante, leggera e forte. Forse è solo un sogno, ma un sogno tanto vagheggiato da precipitarci in un altro mondo…
Alessandra Ventrella e Rocco Manfredi
Miglior spettacolo a Sfumato Festival / Small Season 2018
Premio delle Giurie “Direction Under 30 2017”
Progetto vincitore del bando “Strabismi 2017”
Progetto vincitore del bando “Casa con vista Fringe 2017” | Torino Fringe Festival
“Per la delicatezza e la poesia con cui è stato trattato il tema.
Per la padronanza del linguaggio e l’originalità della messa in scena.
Per la molteplicità dei temi di lettura.
Per l’immediatezza, la fruibilità e la forza della resa estetica.”
“Direction Under 30”, Motivazione della giuria
”Il nuovo spettacolo della giovane compagnia di Parma travalica le forme, mescolando il teatro al cinema, l’illusionismo all’arte visiva. Un’esperienza totalizzante da vivere a bocca aperta, come bambini al circo, senza dimenticare la fortissima carica poetica ed emotiva che difficilmente può lasciare indifferenti.”
Carlo D’Acquisto, “Papavero Blog”